Stanchezza, ore di lettura o di lavoro ininterrotto davanti al computer rischiano di affaticare i nostri occhi che possono trovare sollievo grazie a piante medicinali quali quelle capaci di proteggere i capillari, come il mirtillo, ma anche tutte quelle che contengono una buona percentuale di vitamina A.
Una pianta particolarmente nota per le sue proprietà “salva-vista” è il Mirtillo (Vaccinium myrtillus). Decisamente particolare è l’origine dell’utilizzo di questa pianta nei problemi visivi: durante la seconda guerra mondiale i piloti inglesi, grandi consumatori di marmellata di mirtilli, avevano infatti evidenziato una migliore capacità visiva durante i voli notturni, tanto da attirare l’attenzione degli studiosi e dei medici.
Tra i tanti principi attivi racchiusi nei suoi frutti, piccole bacche nere di consistenza carnosa, spiccano per importanza gli antocianosidi, la vitamina A e C, sostanze dotate di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e rigeneranti, capaci quindi di contrastare i danni causati dai radicali liberi e di aiutare il corretto funzionamento dell’occhio in generale. A livello generale, gli antocianosidi del mirtillo riescono a proteggere, rinforzare e tonificare le pareti delle arterie, delle vene e dei capillari. Questo si riflette a livello dell’occhio in una maggiore tonicità e resistenza dei capillari, utile nella prevenzione delle piccole emorragie.
Il corretto afflusso di sangue a livello dell’occhio garantisce inoltre una migliore distribuzione delle sostanze nutritive e dell’ossigeno contenuti nel sangue stesso alle varie strutture dell’occhio, ma soprattutto alla retina.
Da alcuni studi recenti è emersa inoltre anche la capacità degli antocianosidi di favorire la rigenerazione di alcune strutture che compongono la retina (pigmenti retinici), con conseguente miglioramento delle capacità visive, ed una notevole riduzione dell’ affaticamento dell’occhio in condizioni di scarsa luminosità, come la visione notturna e crepuscolare. Importante è anche il ruolo della vitamina A e C presenti negli estratti di mirtillo: entrambe sono infatti capaci di fornire un’attiva protezione antiossidante, utilissima per prevenire eventuali danni agli occhi causati dai radicali liberi. La vitamina A assicura una visione più nitida mentre la vitamina C contribuisce a ristrutturare al meglio le fibre di collagene presenti anche a livello degli occhi.
L’integrazione della dieta con gli estratti di mirtillo può sicuramente migliorare la salute degli occhi: per la loro capacità di rendere più acuta la vista nelle ore crepuscolari e notturne sono indicati soprattutto in caso di disturbi visivi come la difficoltà di adattamento della visione in condizioni di luce scarsa, ma rappresentano un ottimo rimedio anche per proteggere l’occhio dalla luce intensa e per prevenirne l’invecchiamento precoce causato dai radicali liberi.
Le dosi: La dose consigliata per il Mirtillo è di 4 capsule al dì, corrispondenti ad almeno 8mg/die di principi attivi (antocianidine). In alternativa si può ricorrere al macerato glicerinato alla dose di 35 gocce per tre volte al giorno. La durata media di un trattamento è di 20-30 giorni, ai quali si farà seguire, dopo un intervallo di circa 10 giorni, un altro ciclo di 30 giorni.
L’efficacia del mirtillo viene migliorata dall’associazione dell’estratto di carota capace di migliorare l’acutezza visiva grazie alla sua ricchezza di vitamina A e beta-carotene: gli estratti di carota sia secchi che oleosi, tranne per diverse indicazioni dell’azienda produttrice, vanno assunti preferibilmente alla dose di 4 capsule al dì, suddivise in due somministrazioni. Ricordando che anche con le vitamine non è mai il caso di eccedere (un eccesso di vitamina A può accumularsi nel fegato e risultare tossico) è opportuno attenersi alle dosi raccomandate.
E’ importante precisare che i disturbi della vista, soprattutto se ricorrenti, vanno sottoposti all’attenzione del medico e dell’oculista.
Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.
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