C’è chi ne è affascinato e chi proprio non vuol proprio sentirne parlare…si tratta di Halloween, che innegabilmente è diventata in molti paesi la seconda festa in ordine di importanza per indotto economico e impatto culturale.
Origini tutte italiane per la festa più amata dagli americani
Per quanto possa sorprendere, Halloween è stata inventata dagli antichi Romani che ne fecero la “festa dei morti” ispirandosi al Samhain celtico, festa che ricorreva il 31 ottobre e separava – quasi come un vero e proprio Capodanno – l’estate dall’inverno. Grazie a Papa Bonifacio IV la ricorrenza venne poi cristianizzata nel VII secolo e legata indissolubilmente al giorno di tutti i Santi o “Ognissanti”. Solo a metà dell’Ottocento prese piede negli USA, giungendovi insieme agli immigrati irlandesi che vi importarono le loro tradizioni, trasformandola però in una festa laica che attualmente negli Stati Uniti è legata ad un giro d’affari che supera i 7 miliardi di dollari.
Parliamo di zucche…
La zucca è il simbolo più noto di questa festa: deve essere svuotata ed intagliata così da ricordare un viso illuminato dall’interno con una candela. Secondo l’antica leggenda irlandese sarebbe l’ortaggio usato come porta-lanterna dal fabbro ubriacone Stingy Jack meglio noto come “Jack-o’-lantern” costretto a peregrinare tra Paradiso ed Inferno dopo aver stretto un patto con il diavolo.
Leggende a parte…ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, la zucca possiede importanti proprietà nutritive, benefiche e terapeutiche: non dovrebbe mancare mai sulla nostra tavola perché è un’ottima fonte di sostanze antiossidanti, vitamine quali C, B ed E (antiossidante) e sali minerali come calcio, fosforo, magnesio,ferro, selenio, sodio, manganese e zinco. Ricca di fibre, quest’ortaggio è ricco anche di aminoacidi come l’arginina, l’acido glutammico, l’acido aspartico ed il triptofano. E’ una fonte importante di betacarotene, a partire dal quale il nostro organismo sintetizza la vitamina A. Fornisce 18 calorie per 100 grammi di polpa. La zucca possiede proprietà diuretiche e leggermente lassative, ma è soprattutto importante per le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive sul sistema circolatorio esercitate dal betacarotene.
Vi sembrerà strano ma la zucca possiede anche proprietà…sedative: è indicata per chi soffre di ansia, nervosismo ed insonnia. Ricorrendo ad una centrifuga è possibile ricavare dalla sua polpa arancione un ottimo succo indicato in caso di ulcera e fenomeni di acidità di stomaco: ne viene consigliato a tale scopo un bicchiere di succo per tre volte al giorno, un paio d’ore prima dei pasti.
Sulla pelle diventa preziosa – applicata in cataplasma – per le sue proprietà emollienti, capaci di dare sollievo ad irritazioni e punture di insetto. Riesce ad ammorbidire la pelle e contrasta le irritazioni.
Della zucca – dopo averli sciacquati, asciugati e tostati (in forno per 1520 minuti a 180°) – possono essere consumati anche i semi, ricchi di lecitina, tiroxina, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B.
Dolcetto o scherzetto?
Questa tradizione affonda le sue radici addirittura nella tradizione della notte di Samhain celtica che prevedeva che la pratica del “dolcetto o scherzetto” venisse effettuata ben 13 volte, bussando a 13 porte diverse e pronunciando la frase 13 volte…la tradizione cristiana, istituita daigli antichi Romani prevedeva invece che il giorno dei morti – il 2 novembre – venisse raccolto di casa in casa del cibo che andava poi distribuito ai mendicanti, che ricambiavano con preghiere per i defunti. Doni per l’anima quindi e non dolcezze per incrementare carie e zuccheri nel sangue dei più giovani.
Cromoterapia ad Halloween
L’arancione è il colore che domina sulla festa di Halloween…e non solo perché è il colore della zucca. Si tratta infatti di uno dei colori capaci di evocare tradizionalmente il concetto di forza: oltre a celebrare l’autunno quindi …con le sue foglie dalle mille sfumature rosso-arancioni, il colore arancio richiama alla virtù dell’energia vitale.
L’arancio deriva dal mix di giallo e di rosso e porta quindi con sé l’allegria e l’energia del rosso – ma non è altrettanto eccitante – con una nota di rilassatezza e morbidezza.
L’arancio è anche il colore dell’istintualità e del piacere dei sensi ma è anche il colore giusto per coloro che necessitano di ottimismo, vogliono ritrovare l’allegria e allontanare tristezza e depressione. Come colore “caldo” l’arancio favorisce la circolazione sanguigna, sciogliendo le tensioni ed in modo particolare quelle che si annidano lungo la schiena.
Innegabile però che all’arancione si accompagni il nero…che com’è facile intuire è collegato al mondo della notte e a quello delle forze oscure. Il nero corrisponde all’assenza totale di luce…ed è il colore associato alla tristezza, al lutto e alla depressione. Nella medicina tradizionale cinese il nero è la massima espressione dello yin, il lato femminile – negativo, ricettivo, freddo e oscuro…per i suoi effetti negativi o meglio depotenzianti, non viene utilizzato in cromoterapia a scopo curativo.
Due colori opposti quindi per una festa che affronta la morte…contrapponendole la potenza e l’energia della vita!
E parliamo anche di streghe…e di farmaci…
Tra i protagonisti della festa di Halloween… la strega è l’indiscussa primadonna: questo personaggio trae vita dalla celeberrima leggenda di Salem, cittadina del Massachusetts considerata attualmente la “capitale di Halloween”. Qui la notte del 31 ottobre la leggenda vuole che si radunassero le streghe per compiere i loro riti…
Ma chi erano le streghe? Nell’immaginario collettivo le streghe sono donne brutte, vestite di stracci, capaci di volare su manici di scope: in realtà si trattava di donne comunissime, la cui vita non aveva nulla a che fare con il soprannaturale o con il diavolo.
Ancor prima, mi piace ricordare figure femminili – che riemergono nell’immaginario mitologico e letterario dei greci – ancora legate all’antico archetipo della maga guaritrice e della sacerdotessa sciamano: la maga che descrive Omero nell’Odissea, Circe, viene definita con l’epiteto di “poluphàrmakos” ossia “conoscitrice di molti rimedi” ma anche avvelenatrice ed incantatrice. Il termine greco “phàrmakon ha il duplice significato di “medicamento” o “rimedio” e “veleno” o “bevanda magica” (se vi piace l’argomento non potete perdervi qualche approfondimento sul libro “Medichesse” dell’autrice Erika Maderna edito da Aboca).Nel corso dei secoli, la venerazione per la sapienza femminile, strettamente legata con il loro rapporto con gli dei, dotata di grandi potenzialità taumaturgiche e medicinali della sapienza erboristica subisce una mutazione profonda, che le relega al ruolo di venefiche ossia avvelenatrici in epoca romana, per mutarle poi nel medioevo in herbarie e streghe.
Il fascino ammaliatore della maga Circe si trasforma nei lineamenti abbrutiti di queste creature, aspetto che doveva fare da specchio al loro aspetto interiore, volto alla volontà di sovvertire la natura.
Un considerevole contributo alla costruzione della figura della strega lo ha dato, sicuramente, il ruolo che la donna rivestiva nella società medievale. Per gli uomini di Chiesa la donna era un essere inferiore, identificata con Eva, la peccatrice: era figlia del diavolo e poteva portare l’uomo sulla via della perdizione ( esattamente come aveva fatto Eva con Adamo).
Diventa facile, nel corso del Medioevo, caricare di elementi negativi una creatura già di per sé così “incline al peccato”. In un mondo che deve quotidianamente scontrarsi con carestie e malattie terribili come l’ergotismo e la peste nera, trovare un comune responsabile, un capro espiatorio, salva dal delirio di massa.
Ed è soprattutto nelle campagne che si va diffondendo l’immagine della strega. Il nome, con ogni probabilità, deriva da “stryx” o strige, uccello notturno simile al gufo e alla civetta che si pensava succhiasse il sangue dei bambini nella culla ed era considerato quindi una specie di vampiro (da notare che anche in questo caso si fa riferimento allo stretto legame della donna con la sfera lunare e quindi con la notte).
La definizione di “strega” per questo motivo – almeno in principio – veniva assegnato alle donne ritenute responsabili di aborti o dell’uccisione di bambini, quelle stesse donne che – grazie alle loro conoscenze delle erbe e delle pratiche mediche ed ostetriche – venivano interpellate in qualità di esperte di pratiche come l’aborto, una delle prestazioni più richieste già ai tempi degli antichi Romani, adeguatamente mascherate poi dalla discrezione della cerchia femminile della famiglia.
In realtà queste donne – donne guaritrici – erano solo l’espressione delle credenze popolari: a loro ci si affidava per guarire persone e animali nella comunità in cui vivevano o per praticare aborti o chiedere consigli sui metodi contraccettivi, soprattutto considerando il fatto che i medici erano molto costosi e solo chi aveva molto denaro poteva permettersi una visita a domicilio. Se riuscivano a guarire erano santificate se fallivano erano considerate spiriti malvagi…le presunte confessioni delle streghe durante i processi del Tribunale dell’Inquisizione venivano ottenute in seguito a giorni di torture…portandoci a pensare che – alla fine, per semplice disperazione e crollo psico-fisico, le “streghe” si piegavano a dire quello che l’Inquisizione voleva sentire trasformandole – forse erroneamente – per centinaia di anni nelle responsabili dei mali dell’umanità e nelle alleate dei poteri più oscuri.
In ogni caso…il modo migliore per vederne una nella notte di Halloween pare sia quello di indossare vestiti al contrario e camminare all’indietro…sarà vero?
Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.
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