Croccante e piacevolmente profumato, il finocchio è forse uno degli ortaggi più presenti sulle tavole dell’area del Mediterraneo. In Italia si coltiva più o meno ovunque, soprattutto al Centro-Sud, dove viene utilizzato tradizionalmente a fine pasto, per favorire la digestione. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere che si presenta in due varietà, il finocchio dolce – del quale consumiamo la parte sotterranea come ortaggio – e quello amaro o selvatico, del quale vengono utilizzati i frutti, noti comunemente come semi di finocchio, per le numerose proprietà curative.
Tracce dell’uso dei semi di finocchio a scopo digestivo sono state ritrovate su papiri egizi risalenti al 200 a.C. I greci ed i romani credevano che il finocchio donasse a coloro che lo consumavano forza, coraggio e lunga vita: oggi sappiamo che è composto per ben il 90% da acqua e per tale ragione ci aiuta a depurare l’organismo attivando la diuresi. Caratterizzano la composizione di questo ortaggio anche sali minerali – quali potassio, calcio, fosforo, sodio, magnesio, ferro, manganese e selenio – diverse vitamine, soprattutto quelle del gruppo B, la A e la C. Contiene anche il 3% di fibre e 1,3 % di proteine.
L’ortaggio che conosciamo e utilizziamo nella nostra alimentazione rappresenta il cosiddetto “grumolo” della varietà dolce, cioè la porzione ingrossata sotterranea della pianta, di consistenza carnosa, corrispondente ad un ingrossamento della base delle guaine fogliari che giungono a maturazione tre mesi circa dopo la semina. E’ bene fare attenzione ed acquistare solo finocchi dal bel colore bianco, con guaine sode e compatte e con le foglioline degli steli di un bel verde brillante. Sarebbe consigliabile – come per tutti i vegetali ed i frutti – consumarlo fresco per mantenerne intatti aroma e sapore: lo si può conservare in frigo in un sacchetto di plastica bucherellato.
Quali le proprietà benefiche sulla salute?
La consistenza fibrosa costringe alla masticazione e favorisce il senso di sazietà, potrebbe quindi rappresentare un ottimo “spezza- fame”.
Ha principalmente proprietà digestive che sono dovute ad alcuni componenti degli oli essenziali in quanto stimolano la produzione di succhi gastrici. Sono dimostrati i suoi benefici all’organismo umano in caso di gonfiori addominali.
Grazie alla presenza della vitamina C e di alcuni flavonoidi – come la quercetina e l’isoquercitina – possiede proprietà antiossidanti, capaci di contrastare l’attività dannosa dei radicali liberi e rafforzare il sistema immunitario. Il potassio è un elettrolita, ovvero facilita il passaggio degli impulsi nervosi in tutto il corpo, soprattutto nel cervello, ed essendo il finocchio un vasodilatatore, viene aumentato l’apporto di ossigeno al cervello con conseguenti benefici per quest’organo così importante. Grazie alla presenza di ferro può essere utile in caso di anemia, la presenza di vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro stesso e migliora la resistenza dell’organismo alle infezioni.
In che modo il finocchio favorisce la digestione?
L’azione digestiva del finocchio è legata al suo contenuto di olio essenziale, presente in minore quantità nell’ortaggio, ma in concentrazioni più elevate nei frutti della pianta, formati da due piccoli semi stretti (acheni) di colore verde brunastro, dal tipico aspetto scanalato e ricurvo, forniti dalla varietà selvatica. L’olio essenziale è ricco di una sostanza terpenica definita anetolo, capace di agire sulla muscolatura liscia dell’intestino, regolarizzando la motilità e riducendo la produzione di gas. Rilassando la muscolatura liscia che ricopre l’intestino il finocchio è in grado di regolarizzare i movimenti intestinali ed esercitare così una valida attività antispastica. Questa proprietà ne fa un ottimo rimedio in caso di spasmi gastrointestinali (coliche), colite cronica o nei disturbi gastrici di origine nervosa. Inoltre, grazie ad un’efficace attività antisettica, limita i processi di fermentazione che accompagnano solitamente la digestione dei cibi ed è così in grado di ridurre la produzione di gas intestinali.
E su quale tipo di difficoltà digestiva è più efficace?
Grazie ad un’efficace attività antisettica, legata sempre al suo olio essenziale, il finocchio è in grado di limitare i processi di fermentazione che accompagnano solitamente la digestione dei cibi ed è così in grado di ridurre la produzione di gas intestinali.
Anche in condizioni perfettamente normali, il lavoro che l’apparato digerente opera sugli alimenti porta inevitabilmente alla formazione di gas: in alcuni casi, lo stress, l’assunzione di determinati alimenti, per non parlare delle bevande gassate, possono rendere meno tollerabili i movimenti e la presenza del gas presente a livello intestinale. Si crea così un fastidioso senso di tensione e gonfiore nella parte bassa dell’addome, spesso evidenziata dall’impossibilità di indossare un particolare indumento o dalla necessità di allentare la cintura…il finocchio ci aiuta in questi casi a ripristinare il benessere gastro intestinale e a dare sollievo a questi sintomi particolarmente sgraditi al pubblico femminile che ci tiene particolarmente alla silhouette.
Il modo migliore per cucinarlo senza perdere le sue proprietà?
Il finocchio si presta ad essere consumato in molti modi senza perdere le sue proprietà. Gustarlo crudo a fine pasto ci aiuta a favorire la digestione di altri alimenti più complessi come carne o pesce e riduce il reflusso. Lo si può mescolare ad altre verdure come carote, pomodori, lattuga per un’insalata gustosa o anche a qualche fetta d’arancia pelata a vivo e una manciata di olive verdi nere. Lo si può cuocere al vapore, ma è ottimo gratinato al forno: dopo aver lavato bene il finocchio lo si taglia a fette e le si cuoce per qualche minuto in acqua bollente. Si scola e si dispongono le fette su una teglia leggermente unta di olio cospargendo con un pizzico di sale, pan grattato ed un filo d’olio. Cuocere a180° in forno caldo finché non risulterà dorato.
In medicina naturale quale parte del finocchio trova maggiore impiego?
A scopo curativo vengono utilizzati i frutti del finocchio raccolti a maturazione, tra agosto e settembre, che vengono poi utilizzati in infusi o decotti, ma anche per la realizzazione di estratti idroalcolici e secchi, in capsule e compresse. Dai semi, per distillazione in corrente di vapore si ottiene un olio essenziale dall’aroma dolce, leggermente speziato e pepato, con una lievissima nota fruttata. Per l’uso orale del finocchio è bene rivolgersi ad un medico che abbia le necessarie competenze o ad un aromaterapeuta, ma lo si può applicare anche leggermente diluito in olio base (2-3 gocce per un cucchiaino) per massaggi sul ventre, anche dei più piccoli, per dare sollievo crampi e coliche. Lo stesso dicasi se si vuole trovare sollievo ai disturbi premestruali. Per via olfattiva (annusandone poche gocce fatte cadere su un fazzoletto di cotone o nei ciondoli di aromaterpia prêt-à-porter, vedi sezione dedicata nel sito) si tratta di un buon tonico generale, da utilizzare ad esempio nel bagno caldo miscelato ad una manciata di sale grosso, capace di contrastare stress e tensioni. Ci aiuta a mantenere in modo stabile la direzione intrapresa per raggiungere gli obbiettivi.
I semi di finocchio in cosa si differenziano dalle caratteristiche e proprietà del finocchio? E che vantaggi portano al nostro organismo?
I semi di finocchio – come quelli di anice, cumino e carvi – esercitano un’azione che tecnicamente viene definita carminativa e costituiscono un eccellente rimedio nei casi di acidità di stomaco, nausea, vomito, dolori gastro intestinali. Possono essere utili per contrastare la sensazione di pesantezza allo stomaco e ridurre il gonfiore addominale causato dall’eccesso di gas, ma anche – grazie all’azione antispastica esercitata sulla muscolatura che riveste l’apparato gastrointestinale – garantiscono un pronto sollievo da crampi e coliche.
Oltre ai benefici sulla digestione, quali sono altre proprietà curative dei semi di finocchio?
Il Finocchio può essere utilizzato, da solo o in associazione ad altri rimedi, anche per alleviare le emicranie di origine digestiva, ma sono utili anche in caso di tosse e raffreddore. L’olio essenziale contenuto nei semi è peraltro in grado di favorire la respirazione, la fluidificazione e l’eliminazione del muco (espettorazione), stimolando l’attività delle ciglia – elementi disseminati sulla mucosa dell’apparato respiratorio, responsabili dello spostamento del muco e dei corpuscoli estranei verso l’esterno. Nelle donne in allattamento, l’assunzione di rimedi a base di Finocchio è in grado di portare ad un aumento di volume della ghiandola mammaria e di stimolare la secrezione lattea (az. galattogena).
La presenza di fitoestrogeni – sostanze naturali dalla struttura chimica simile agli estrogeni umani e in quanto tali capaci di mimare l’azione di questi ultimi – conferisce a questa pianta la capacità di compensare gli squilibri ormonali legati alla sindrome premestruale ed ai disturbi della menopausa.
Curiosità: Non mancano i cenni, nelle tradizioni erboristiche più antiche, alle proprietà afrodisiache del finocchio: una ricetta della tradizione mediterranea prevede l’uso di un composto a base di latte di capra, finocchio, liquirizia e miele.
Come si utilizzano i semi di finocchio?
La tisana o infuso è il metodo più semplice per estrarre i principi attivi dalle piante medicinali. L’acqua bollente è il veicolo nel quale passeranno i principi attivi della pianta. Si procede versando l’acqua all’ebollizione – in questo caso – sui semi di finocchio che avremo messo in una tazza o nella teiera. si copre e si lascia in infusione 10-15 minuti coperto. Se si schiacciano leggermente i semi con il fondo di un bicchiere prima di versarci sopra l’acqua si favorisce una buona estrazione di principi attivi utili. Per le piante aromatiche come il finocchio è necessario adottare un a piccola precauzione: le essenze aromatiche che conferiscono alla pianta molte delle sue proprietà sono estremamente delicate e sensibili al calore. Per evitare di far “evaporare” i principi attivi è quindi necessario, per le erbe aromatiche, contenenti oli essenziali, preparare un infuso con l’acqua non troppo calda (temperatura leggermente inferiore a quella d’ebollizione) avendo cura di chiudere la teiera o di coprire la tazza con il suo piattino.
Oltre che utilizzato per via orale, l’infuso di finocchio, applicato sugli occhi in impacco, con l’aiuto di compresse sterili di garza (acquistabili in farmacia) può essere utile per dare sollievo a disturbi oculari quali congiuntivite e blefarite. Lo si può utilizzare per effettuare sciacqui e gargarismi in caso di alitosi, mal di gola e infezioni gengivali.
Qual’è la dose giornaliera consigliata? Ed esistono dei limiti nell’assunzione?
Per l’infuso la dose sarà di 2-3 tazze al giorno. Pe chi è alla ricerca di una soluzione più pratica l’estratto secco in capsule costituisce un’ottima alternativa: la dose è di circa 4-6 capsule al dì, da assumere lontano dai pasti (almeno 1 ora prima o 2 ore dopo). Esiste anche l’opzione in gocce di tintura madre – un estratto idroalcolico ottenuto dai semi – da assumere alla dose consigliata di 35 gocce, in poca acqua, per tre volte al giorno dopo i pasti.
Esistono limiti nell’assunzione di qualsiasi prodotto naturale, perché il fatto che si tratta di rimedi naturali non implica necessariamente che debbano essere innocui. La fitoterapia moderna mira ad un uso sempre più sicuro e lo studio delle piante e dei loro principi attivi alla luce della tecnologia più innovativa ci consente di essere sempre più precisi. Superando le dosi che abbiamo suggerito, il finocchio in semi può avere effetto irritante sulla mucosa intestinale.
È un aiuto valido per tutti o alcuni dovrebbero evitarlo?
Tutti possiamo utilizzare il finocchio a scopo alimentare, qualche attenzione dovrebbe essere fatta dai soggetti diabetici, che dovrebbero di evitare di consumarne grandi quantità soprattutto cotto. Ben diverso è l’uso per le preparazioni a base di semi di finocchio che sono sconsigliate in gravidanza – perché potrebbe agire da stimolante uterino. Olio essenziale ottenuto dai frutti è sconsigliato per uso orale nei bambini, perché può essere causa di convulsioni, tremori ed allucinazioni.
Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.
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