Un principio attivo naturale può essere definito immunostimolante quando risulta in grado di stimolare in modo non specifico i meccanismi immunologici di difesa, sia di tipo umorale che cellulare: proprio in virtù di questa “non specificità” la stimolazione del sistema immunitario così realizzata non è antigene-dipendente e non coinvolge le cellule della memoria immunologica. Questo si traduce in una efficacia di durata temporanea che necessita di somministrazioni ripetute, solitamente realizzate effettuando dei cicli ad intervalli regolari che mantengano costante la stimolazione immunitaria. Per un uso corretto ed efficace è bene assicurarsi sulle corrette modalità di assunzione chiedendo consiglio al nostro medico o al farmacista di fiducia.
Questo tipo di immunostimolazione non-specifica può risultare adatta alla prevenzione delle patologie invernali, ma può rivelarsi altrettanto preziosa in caso di infezioni croniche o persistenti e nei successivi periodi di convalescenza, nonché in caso di infezioni virali o resistenti alla terapia antibiotica. L’immunostimolazione realizzabile con prodotti naturali trova quindi il suo principale campo d’applicazione nella pro – lassi e nella terapia delle infezioni dell’apparato respiratorio (anche a supporto di una terapia farmacologica come quella cortisonica o antibiotica), delle sindromi influenzali e nelle infezioni ricorrenti dell’apparato uro- genitale, soprattutto negli adulti affetti da una scarsa funzionalità del sistema immunitario, che tendono a soffrire di forme infettive ricorrenti e croniche, nei bambini debilitati e negli anziani, solitamente caratterizzati da ipoimmunità.
Immunostimolanti e sicurezza
Essendo il sistema immunitario regolato da ben precisi equilibri, per tutti gli immunostimolanti valgono, in modo assoluto, le stesse controindicazioni, dettate dalla mancanza di dati certi sull’efficacia e sulla sicurezza d’uso in alcune particolari situazioni. L’uso di immunostimolanti è quindi attualmente sconsigliato nell’ambito di malattie sistemiche progressive e in caso di patologie autoimmuni (come l’AIDS) o in quei casi che prevedono la necessità di un’immunodepressione iatrogena come i trapianti o le leucemie in attesa di trapianto di midollo osseo. Mancando inoltre, per la maggior parte degli immunostimolanti, dati bibliografici ci riguardanti gli effetti della droga in gravidanza e allattamento, è bene in questo caso sconsigliarne l’uso.
Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.
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