La violetta o viola mammola (Viola odorata) appartiene alla famiglia delle Violaceae e al genere viola, si trova in tutta Europa e in Asia, in Italia cresce spontanea nei boschi, nelle radure, nei sentieri di campagna fino ai 1000 m di altitudine, adattandosi ai diversi tipi di terreno, anche se preferisce quelli umidi e ombrosi.
È una pianta erbacea perenne con un corto rizoma da cui partono stoloni striscianti che emettono radici e formano nuove piantine, le foglie sono verdi brillanti cuoriformi o ovali, sono riunite in una rosetta basale e sono picciolate con il margine dentellato. I fiori hanno un lungo peduncolo e sono formati da 5 sepali oblunghi con la corolla costituita da 5 petali dal tipico colore viola intenso e dal gradevole profumo, il frutto è una capsula subsferica che contiene numerosi semi tondi e bruni.
L’etimologia del nome potrebbe derivare dal termine greco “ion” con cui gli antichi Greci indicavano un fiore blu intenso, o dal verbo latino “vivo”, cioè “vivere” a testimonianza della resistenza di questa pianta che sopravvive al gelo invernale.
Le sue proprietà erano rinomate nell’antichità infatti era già menzionata come pianta officinale nel IV sec a.C., sia i Greci che i Romani apprezzavano questi fiori profumati che simboleggiano la fedeltà anche se nel contempo li associano ai riti funebri e alla morte e ne cospargevano le tombe dei bambini come simbolo di purezza; inoltre per i Greci era uno dei fiori dedicati ad Afrodite e a suo figlio Priapo, mentre per gli induisti la violetta è il simbolo del fallo del dio Shiva.
Una leggenda vuole che Zeus s’invaghì della bella ninfa Io e per proteggerla dalla gelosia di Era la trasformò in una giovenca bianca e mutò le sue lacrime in violette perché la sfamassero, dato che la ninfa non amava l’erba di cui era costretta a cibarsi. Anche in altre mitologie questi fiori nascono dalle lacrime o dal sangue di dei o di eroi.
I medici Greci usano l’infuso di violette per calmare la rabbia e per indurre il sonno.
Plinio il Vecchio consigliava di mettere in capo una ghirlanda di fiori o di respirarne il profumo per far passare i postumi dell’ubriachezza e il mal di testa, inoltre indicava questo semplice contro la gotta e i problemi alla milza, per lenire le infiammazioni oculari e in caso di prolasso uterino, Dioscoride ne conferma l’uso per curare le infiammazioni, le malattie respiratorie, la febbre e dolori di stomaco. Apicio in “De re coquinaria” proponeva il Violacium, un vino aromatizzato con i fiori di violetta, inoltre nell’antica Roma con le violette essiccate miscelate alla creta si otteneva una sofisticazione del ceruleo, un colore estremamente ricercato e costoso.
Nel Medio Evo, Santa Ildegarda prescriveva un elisir preparato facendo bollire il vino con le viole, la galanga e la liquirizia per risolvere collera e malinconia, nel 1200 la Scuola Medica Salernitana raccomandava la tisana di violette in caso di mal di testa per aver mangiato troppo, nel XVI sec. sia Castore Durante che Pietro Andrea Mattioli riferiscono che “le viole solvono anche la collera”. Secondo la Teoria delle Segnature poiché le foglie hanno la forma di cuore, era usata per contrastare le malattie cardiache. In magia la viola mammola è una pianta femminile, legata al pianeta Venere, all’elemento Acqua e alla dea Venere, era usata negli incantesimi di guarigione, protezione e pace, per favorire i sogni profetici, per attirare l’amore e risvegliare il desiderio sessuale. Indossare un fiore si crede che porti cambiamenti in positivo e fortuna, è simbolo di umiltà e semplicità ma dona forza per vincere le avversità e raggiungere l’equilibrio.
Le indicazioni di utilizzo della viola odorata sono valide anche per le altre specie di viola, compresa la viola del pensiero e i suoi ibridi e la viola tricolore, con la raccomandazione di non usare a scopo alimentare le piantine acquistate dai fioristi, perché potrebbero essere state trattate con prodotti chimici.
I principi attivi di questo semplice sono oli essenziali come l’irone e la jonina, mucillagini, tannini, sali minerali, inoltre è presente la rutina che fortifica i capillari e il microcircolo, da sollievo a vene varicose e emorroidi, contiene una discreta quantità di acido salicilico con un’azione antinfiammatoria utile in caso di mal di testa e raffreddori. La presenza di mucillagini le conferisce proprietà emollienti sia per uso esterno attraverso infusi e cataplasmi su irritazioni alle mucose della gola e della bocca, su eruzioni cutanee, contusioni e scottature, mentre per uso interno agisce sulle vie respiratorie, inoltre le violette hanno proprietà diuretiche, sudorifere, tossiche ed espettoranti.
In cucina si usano le foglie dal sapore delicato e dolciastro, che si possono trovare quasi tutto l’anno, scegliendo quelle più tenere si consumano crude in insalata, oppure cotte ripassate in padella da sole o con altre erbe selvatiche, possono diventare un ingrediente per i minestroni o impastellate e fritte, o come ripieno di ravioli o polpettoni. I fiori, belli e profumati, si aggiungono freschi nelle insalate, nelle frittate o negli impasti dei dolci, inoltre con essi si possono fare deliziosi sciroppi, confetture, gelati o venir canditi.
Mi presento: sono Mascia Monti, sono lombarda, originaria della provincia di Como e mi sono laureata in Scienze della Produzione Animale, all’Università di Milano con una tesi sull’Allevamento della capra orobica.
Nelle estati del 2012, 2013 e 2014 ho seguito dei corsi per conoscere le piante alimurgiche e medicinali, si è risvegliata l’herbana nascosta nel mio essere.
Ricordando i miei studi universitari sono, anche interessata a prodotti agroalimentari e a razze zootecniche italiane poco conosciute ed in via di estinzione.
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