Fumaria capreolata (bianca) e F. officinalis (rosa scuro).
L’inferno é un posto inviolabile ma di tanto in tanto alcune anime motivate percorrono impervi sentieri segreti; strisciando avanzano faticosamente attraverso tortuose vie per riemergere come fumo alla superficie del mondo. Esausti esalano dal terreno, strisciando contorti per consegnare al mondo il loro messaggio. Si diceva che la fumaria nascesse non da seme ma direttamente dalle esalazioni del suolo. È così che gli antichi identificarono la tenue, prostrata e nodosa fumaria e così la nominarono. Anche il sapore della droga è fumoso;
Plinio descrisse come un collirio distillato di Fumaria schiarisse la vista ma faccesse lacrimare come investiti dal fumo.
Dioscoride e Galeno la citano nei loro scritti attribuendole virtù stimolanti le secrezioni biliari.
Anche successivamente il Mattioli la elogia come rimedio addominale e si riteneva che assieme ad Angelica e Frassino aiutasse a diventar centenari.
Oggi é usata in fitoterapia come fluidificante ematico e come stmolante epatico ma l’uso deve essere monitorato perché stranamente i suoi effetti sono opposti in dipendenza di concentrazione e durata della somministrazione.
Il principio fitochimico é una miscela complessa di fumarina e protropina (ed altri alcaloidi isochinonici) con azione antistaminica ed di antiaggregante piatrinico, glicosidi flavonici, che agiscono come antispastici biliari e sono leggermente sedativi, acido fumarico e sali minerali che hanno, a seconda del tempo di somministrazione ed alla dose effetti opposti; ad un iniziale effetto tonico-energetico si sostituirebbe in una ventina di giorni un effetto ipotonico e sedativo del sistema nervoso.
Si utilizza nella terapia di malattie anche gravi. Alzheimer, malattie delle vie biliari ed eccessiva densità ematica sono campi in cui la fumaria trova un impiego proficuo.
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